lunedì 19 gennaio 2015

LA LAMPADA FATTA CON LE STRINGHE

Designer spagnolo Curro Claret per un nuovo progetto sociale 

«Shoelaces Lamps è prima di tutto un progetto sociale». Ci tiene a precisarlo Curro Claret, designer spagnolo e ideatore della collezione di lampade Shoelaces, nata con la collaborazione della Fondazione Arrels di Barcellona e della Fondazione San Martín de Porres di Madrid, e di due aziende quali Camper e Metalarte. Le lampade infatti sono realizzate con i lacci colorati delle scarpe dell’azienda di Maiorca, intrecciati a mano, con il supporto del brand di luci. Obiettivo del progetto: aiutare e coinvolgere attivamente nel processo creativo anche le persone a rischio esclusione sociale. Già in passato il designer dopo aver partecipato ad un congresso contro la povertà nel mondo, organizzata dal Ministero della Cultura e della Salute, aveva presentato il progetto "The Piece": un elemento metallico universale pensato per unire elementi diverse e costruire mobili con materiali di recupero. L'idea venne successivamente usata per sviluppare un workshop con la fondazione Arrels. Mentre nel 2012 con Camper aveva firmato un monomarca dell’azienda con la collaborazione di un gruppo di persone della stessa Fondazione.




House of Vans

La Casa di Vans Londra, progettata da skateboarder e designer Pete Hellicar e architetto Tim Greatrex, insieme a regali Black Sparrow, è un nuovo luogo creativo uso misto per gli appassionati di Vans e coloro che sono interessati alla cultura skateboard.

La nuova sede comprende una galleria d'arte, laboratori Vans spazi creativi, sala proiezioni, musica dal vivo per 850 persone, una caffetteria premium, numerosi bar e tre livelli di skate cemento coperta.La Casa di Vans Londra si trova entro i 150 anni antichi archi in mattoni delle linee ferroviarie di uscire dalla stazione Waterloo e accanto alla famosa strada graffiti di Londra, Leake Street.
Il requisito di Vans è stato quello di fornire un centro culturale per lo skateboard, l'arte, il cinema e la musica. Utilizzando il layout delle gallerie, il sito è stato delineato nelle quattro funzioni principali del breve in modo che ogni erano alloggiati all'interno di un tunnel specifica. Essi sono stati separati in quanto segue: un tunnel per l'arte - una galleria con i laboratori di artisti per creare e mostre d'arte di visualizzazione;un tunnel per il cinema - una sala cinema e screening; un tunnel per la musica un luogo concerto 850 capacità; e una galleria per lo skateboard - uno skateparkper tutti i livelli di abilità skateboarding. Il piano per il skatepark è stato per poter ospitare tre spazi tunnel per consentire i layout diversi e abilità. Lo spazio principale è il concreto 'bowl' prevalentemente per un uso professionale, la seconda zona è la 'strada scena' per medie capacità e il terzo è la 'mini ramp' zona skate park per i principianti o utenti rilassato. 
La suola della scarpa iconica Vans ispirato la disposizione del pattern esagono e diamante, con la striscia di esagoni della suola realizzata ad allinearsi con un enfilade di archi di delineare un asse principale e corridoio attraverso la sede. Il pavimento in gomma fornisce una superficie pulita e confortevole ma allo stesso tempo crea visivamente un forte contrasto con le pareti di mattoni grezzi e testurizzati e soffitto a volta. A causa della natura sotterraneo del sito era importante illuminare lo spazio sufficiente per l'utilizzo contempo elegantemente esprimere la forma di tunnel.


My.Bag,Il bagno‘prêt-à-porter’


Proprio come una valigia, My.Bag può essere ‘fatto’ e ‘disfatto’ per un design ‘prêt-à-porter’ estroso e divertente, fresco. È l’idea alla base di My.Bag, il lavabo progettato dal designer Gianluca Paludi e prodotto da Olympia Ceramica, azienda italiana nata nel 1979. Una ‘valigia’ e un ‘cavalletto’, così prende forma My.Bag, l’esclusivo concept per il bagno, dal design alternativo e dall’anima ‘trasformista’, si tratta infatti di un lavabo ispirato al viaggio, formato da una valigia e un cavalletto: il top della valigia mette in mostra una grande specchiera, il contenitore laterale in pelle è un comodo portaoggetti, la maniglia funziona come porta salviette e, infine, il coperchio in legno estraibile che nasconde un piccolo vano rivela un pratico specchio da utilizzare per il trucco. Studiato per arredare bagni con spazi contenuti oppure camere da letto con lavabo a vista, My. Bag è inoltre perfettamente richiudibile grazie al rubinetto inclinabile; così, con un semplice gesto, il mobile si mimetizza con l’ambiente, nascondendo la sua funzione primaria, e diventa un pratico e ampio piano d’appoggio. Diversi i colori disponibili, tutti dal gusto un po’ retrò. Caratterizzato da linee semplici ma decise e declinabile in più varianti di colore, My.Bag è perfetto per arredare con creatività gli ambienti contract, hotel di design che richiedono spesso un lavabo a vista che si inserisca con discrezione nelle camere da letto, e allo stesso tempo, si propone come soluzione ideale per chi desidera un bagno di casa originale, pratico e accogliente.
My.Bag reinterpreta il dinamismo della quotidianità e risponde all'esigenza di un complemento per lo spazio bagno autentico, esteticamente sorprendente e straordinariamente funzionale.





domenica 18 gennaio 2015

LA BOTTIGLIA PIÙ FAMOSA AL MONDO

Fu un farmacista ad inventare la Coca-Cola, lo statunitense John Stith Pemberton di Atlanta, nel 1886. Creò uno sciroppo con un liquido caramellato, vi aggiunse dell’acqua gassata e poi lo fece campionare dai clienti della farmacia Jacobs. Un bicchiere costava 5 centesimi. Tutto il resto è storia, dal prodotto fino al brand. Il nome, il packaging, la pubblicità e il marketing fanno ancora oggi della bevanda un “brand personality” ancora efficace, nonostante le tante imitazioni. Credo che questo possa fare molto più di una ipotetica ricetta segreta della bevanda. Già tra 1888 – 1891,Asa Griggs Candler, che acquistò i diritti del prodotto e poi sarebbe diventato il primo presidente, realizzò coupon-omaggio, orologi, calendari con il marchio Coca-Cola. Nel 1894, un uomo d’affari del Mississippi di nome Joseph Biedenharn pensò di mettere la Coca-Cola in bottiglia, fino a quel momento distribuita solo in bicchiere o alla spina.
                                                                   Contenitore dello sciroppo Coca-Cola del 1906

Nel 1950 la bottiglia di Coca-Cola Contour è stato il primo prodotto commerciale a comparire sulla copertina della rivista Time, che confermò la sua portata come marchio internazionale.
La copertina con la bottiglia e il globo terrestre simboleggiava la globalizzazione del modo di vivere americano.
Le imitazioni del prodotto furono subito tante, così la forma della bottiglia divenne distintiva per assicurare l’autenticità del prodotto. Anche al buio attraverso il tatto doveva essere riconoscibile, e perfino in caso di rottura. La bottiglia usata era probabilmente un “modello Hutchinson”, di colore verde, e fu utilizzata fra il 1894 e il 1900.
Il primo prototipo della bottiglia più famosa al mondo, chiamata contour, fu disegnato da
Alexander Samuelson ed Earl R. Dean della Root Glass Company di Terre Haute (Indiana). Si ispirarono al frutto del cacao, forma allungata e scanalature verticali che ancora oggi possiamo vedere e toccare sulla contour. Come il frutto del cacao, all’inizio la bottiglia era più gonfia al centro. Questa forma però si adattava male ai macchinari ed era poco stabile, così venne assottigliata.
                                            Primo prototipo della bottiglia di Alexander Samuelson ed Earl R. Dean
Il colore verde della bottiglia contour fu chiamato Georgia green. Era prodotta utilizzando una sabbia particolare che conferiva quel colore. Il prototipo fu brevettato a nome di Samuelson il 16 novembre 1915, nel 1937 Coca-Cola ne acquistò i diritti ma solo nel 1960 l’Ufficio Brevetti americano considererà la contour un vero e proprio trademark, di proprietà della Coca-Cola Company.

Da allora la ricerca sul design e quella sui materiali è andata di pari passo:
– bottiglie riciclabili in plastica (1978)
– bottiglia Contour ultra-vetro (2000)
– bottiglia Contour di alluminio ‘M5′ Magnificent 5 (2005)
– PlantBottle, un contenitore in PET, completamente riciclabile realizzato con il 30 % di materiali vegetali, compresi gli estratti di canna da zucchero. La forma della bottiglia Contour è diventata, come ha detto l’esperto londinese di design contemporaneo
Stephen Bayley, “Il design più familiare nella storia dei beni di consumo”.


giovedì 15 gennaio 2015

ARTE DESIGN E NATURA

Tom Hare è un artista britannico, uno scultore di Greenwood proprio così, lavora con i rami di salice per creare grandi sculture organiche che prendono in prestito dalle stesse techiques utilizzati nel processo cestino.Tutto è partito durante un fine settimana ordinario, frequentando un corso sulla lavorazione del salice. Da quel momento ha iniziato ad immaginare le infinite possibilità di questa pianta (Willow)

Con le sue sculture è riuscito a trovare una stretta connessione tra la natura e il design e il risultato è sorprendente: funghi, frutti e piante in scala gigante, immensi bozzoli adagiati sui prati o sugli alberi, il tutto con un elaborato intreccio di rami.Tom Hare insegna oggi lavorazione in vimini, produzione di mobili e soprattutto lavorazione del salice in una versione contemporanea. Insegna in contesti educativi e di comunità, portando a compimento ciò che lui ritiene di fondamentale importanza per il suo lavoro: la condivisione del processo creativo.





                                                                                                                                                    Nottingham’s Light Festiva

mercoledì 7 gennaio 2015

Plywood Print Stool

Non è detto che l’arte debba stare solo appesa alla parete. Dall'autoritratto di Van Gogh a quello di Rembrandt,passando per la lattaia di Vermeer. Sono dieci le opere d'arte,tutte conservate al Rijksmuseum di Amsterdam, che Il designer Piet Hein Eek in collaborazione con NLXL ha avuto infatti l’idea di riprodurre alcuni dei dipinti dei maestri olandesi sulla seduta di sgabelli in legno compensato dal immagine grezza e molto semplice.
 Prodotti utilizzando tecnologie avanzate, gli sgabelli Plywood Print Stool arrivano smontati in un pacco piatto e sono assemblabili in pochi minuti. Gli artistici Plywood Print Stool sono belli da soli ma ancora più belli in gruppo per formare una originale collezione d’arte privata.
Piet Hein Eek e NLXL LAB Hanno Iniziato a Lavorare Insieme 2010, realizzando l'Ormai nota carta da parati Scrapwood.
Durante Uno dei Primi incontri e nata l'idea di una collezione di mobili Stampati."Dovrebbe Poter Essere contenuta in Una scatola", decisero Piet Hein Eek e il Fondatore di NLXL Rick Vintage prima di separarsi. Un Paio di anni DOPO Piet Hein Eek ha Ricevuto da Canon una Stampante per il legno.Una visita al Rijksmuseum, dove ha Avuto modo di VEDERE il modo in cui il museo trasponeva la propria collezione sui Diversi prodotti in vendita gli sgabelli, primo prodotto di NLXL LAB Che ESCE dal mondo delle carte da parati, Sono progettati In collaborazione con il Rijksmuseum di Amsterdam e Saranno prodotti Nella fabbrica di Piet Hein Eek.





venerdì 2 gennaio 2015

Martinelli Luce celebra i 50 anni di Pipistrello.

«Non ho mai guardato una lampada sotto l´aspetto tecnico o come una macchina per produrre luce, bensì come una forma in armonica relazione con il contesto per il quale è stata creata», Gae Aulenti.

Gae Aulenti è stata una architetto eccezionale, sempre all'avanguardia, una di quelle persone che hanno reso grande il nome dell'Italia, della creatività e dello stile made in Italy in tutto il mondo. Ma è stata anche una donna incredibile, che ha dedicato la sua vita alla sua carriera, diventando un riferimento per tante giovani che non accettavano di adattarsi al modello femminile degli anni '50/'60 che le relegava a ruolo di casalinga e mamma. Il suo nome Gae, era il diminutivo di Gaetana. Era nata in provincia di Udine e, dopo la laurea al Politecnico di Milano, aveva iniziato a formarsi seguendo il neorealismo prima e il Neo-liberty poi. Negli anni del boom economico, nella seconda metà degli anni sessanta, Gae si fece notare proprio per il suo gusto moderno, elegante ma anche funzionale.
Disegnata da Gae Aulenti per lo showroom Olivetti di Parigi nel 1965 ispirandosi agli stilemi dell’Art Nouveau, la lampada Pipistrello di Martinelli Luce nel 2015 compirà 50 anni. Per festeggiarla l'azienda ha dato vita a un’iniziativa aperta a tutti. Basta scrivere un pensiero o un’emozione legati a questo arredo iconico e inviarla a 50pipistrello@martinelliluce.it. I testi raccolti verranno pubblicati su una rivista di design. Altrimenti si può augurare buon compleanno a Pipistrello pubblicando su community.martinelliluce.it uno scatto della propria Pipistrello. E' uno storico modello da tavolo regolabile in altezza, notevole sia per la funzionalità che per la riuscita estetica, una base conica dalla quale si sviluppano le nervature del diffusore che sembrano spiegarsi come ali, caratterizzata da un'asta telescopica in acciaio che consente di variare la dimensione della lampada stessa. Il suo nome si ispira alla particolare forma del diffusore realizzato in metacrilato opale bianco, che si divide in falde ricordando le ali del pipistrello. La lampada, tuttora in produzione, è realizzata con tecniche di stampaggio del telescopio, ma anche del diffusore, molto innovative per l'epoca in cui è stata progettata.